Giuseppe Prezzolini e la bugia scientifica

 

In genere la bugia, più che una scienza, è ritenuta un’arte, ossia una capacità intrinseca e quasi istintiva di raccontare il falso. Prezzolini non pare essere d’accordo con l’ipotesi sopra prospettata di bugia come arte; per lui la bugia, per ottenete l’effetto desiderato (ossia essere creduta una verità) deve svolgersi secondo le regole del metodo scientifico. La bugia risulta essere pertanto più una scienza che un’arte. La tecnica della bugia scientifica fu illustrata da Giuseppe Prezzolini nel suo accattivante volume dal titolo L’arte di persuadere, nel quale egli svolge vari e giudiziosi ragionamenti a supporto della sua tesi. Pertanto, essendo l’argomento di notevole interesse per tutti, riporto in questa sede i punti fondamentali del trattato di Prezzolini sulla bugia scientificamente costruita.

 

“I migliori, più pratici, più normali esempi dell’arte di persuadere, scrisse il Professor Prezzolini,  si trovano nelle bugie. Per quanto ciò possa esser contrario a quelle somme autorità che sono i libri di morale, pure è un fatto che l’uomo normale sociale, è il bugiardo”.

 

“Sono infinite le professioni in cui la bugia è socialmente utile e considerata come una non gravosa necessità del mestiere. La diplomazia deve dare molto più valore all’interesse del Governo che rappresenta che agli scrupoli della propria coscienza, e il diplomatico passa — molte volte a torto, ma allora è ridicolo — come l’uomo abile per eccellenza in sotterfugi, in sottintesi, in frasi che dicono e non dicono, in espressioni ambigue, in parole cortesi e minacciose nello stesso tempo”.

 

“Nessun medico potrà proporsi di dire sempre la verità a un malato ; non sarebbe medico se gli annunziasse : fra tre giorni creperete; oppure: la cosa è grave; o anche: l’operazione è dolorosa e malsicura. Cosi accade al padre, al maestro, al prete, all’educatore in generale, che devono spesso dipingere il mondo quale non è, con gli onesti ricompensati e i malvagi puniti, a somiglianza dei romanzi per bene”.

 

“Praticamente tutti conoscono la bugia, ma dimenticano di stilizzarla e di migliorarla con la teoria; sono come agrimensori che ignorando la geometria, facessero con precetti rozzi per pratica quello che potrebbero abbreviare e rendere più elegante mediante la teoria” .

 

“C’è ad esempio un punto fondamentale della teoria delle bugie che è ignorato da molti; e cioè: per formare una bugia che abbia le massime probabilità d’essere accettata, bisogna osservare le stesse regole  che segue lo scienziato formando le teorie scientifiche ; bugia e teoria scientifica rispondono agli stessi bisogni intellettuali”.

 

I requisiti di una teoria scientifica sono i seguenti:

 

“ a) economia, ossia semplicità e facilità di comprensione e di organizzazione essendo ogni teoria uno strumento;

b) coerenza logica, cioè, mancanza dì contradizioni intime;

c) accordo con i fatti cioè, che a parità di a) e di b) si prescelga la teoria che si accordi col massimo numero di fatti da spiegare e dia una certa sicurezza di potere difficilmente essere smentita da fatti futuri.

 

Ora, se nel costruire una bugia si tien conto di questi tre requisiti della teoria scientifica si è certi di costruire la migliore bugia possibile rispetto a un dato fatto o complesso di fatti”.

 

 

“La bugia deve essere semplice, perché la sua complicazione non ecciti diffidenza e non susciti difficoltà di adattamento a fatti ignorati o futuri, possa subito impadronirsi dell’animo dell’ascoltatore come l’unica spiegazione possibile, e gli faccia sentire come ogni altra spiegazione costerebbe uno sforzo mentale superiore. Bisogna sempre contare sulla pigrizia umana e obbedire alla legge del minimo sforzo”.

 

“Deve essere coerente internamente, per non urtare le inclinazioni logiche degli animi. Deve essere d’accordo con i fatti o col maggior numero di fatti, per non urtare le inclinazioni sperimentali degli animi”.

 

“Una bugia che si trovi in queste condizioni è la migliore di tutte le bugie possibili. Talora, anzi spesso, sì presenta in condizioni più vitali più credibili e più credute della stessa verità; perché una bugia ben fatta è più ordinata, più plausibile, più chiara e risponde meglio all’aspettativa di chi deve crederla, della stessa verità. Una persona che ha già in mente  come ‘devono essere andate le cose’, crederà per orgoglio più alla bugia che le dà ragione che alla verità che le dà torto ; e preferirà essere ingannata, al vedere offeso il suo amor proprio”.

 

“Un carattere della bugia che la rende più facile ad essere inghiottita è quello della pienezza e quantità di particolari. Perché una bugia dia la completa illusione della realtà non basta che sia coerente, economica e d’ accordo coi fatti, ma occorre che sia anche molto particolareggiata. De-scrivendo una passeggiata che non si è fatta, bisogna enumerarvi tutti gli incidenti che sogliono accadere durante le passeggiate, la descrizione dei luoghi, dei tipi, del tempo, e via dicendo. Il poeta vero è perciò il migliore bugiardo…”.

 

 

“Importante è pure aggiungere che questi particolari della bugia devono essere tali da non suscitare difficoltà una volta che sorgano fatti nuovi; diano, cioè, l’illusione della realtà, ma lascino il posto alla realtà possibile”.

 

“La somiglianza fra la bugia e le teorie scientifiche può essere trovata anche nell’uso passeggero che si fa di loro. Appena una bugia è servita al suo scopo (di far credere ad altri ciò che si sa o si giudica erroneo), essa vien gettata via, deposta come inutile, e se ne viene trovata una migliore, quest’ altra è adottata invece della prima. Le difese dei criminali variano da un tempo ad un altro per potere introdurre dei miglioramenti nelle loro bugie, come uno scienziato migliora col tempo e con l’esperienza e con le obiezioni le sue ipotesi”.

 

“Gli scienziati infine fanno come i bugiardi con le loro invenzioni; gettano via le teorie che non servono più, e ne adottano altre appena si accorgono che sono migliori, cioè, più rispondenti ai requisiti sopra citati. Ricordare a uno scienziato una vecchia teoria è come ricordare a un bugiardo una sua vecchia menzogna: lo si fa arrossire”.

 

Bene, credo fermissimamente che molti cultori dell’aristotelica koinonìa politiké si siano fatti seguaci dell’utile ed insostituibile manuale approntato da Giuseppe Prezzolini;  gli altri, la minor parte, sono comunque invitati a prenderne visione, acciocché possano migliorare le proprie performances nel prossimo futuro, irto di difficoltà ed impegni gravosi: tali, cioè, da dover dar fondo a tutte le tecniche suggerite assennatamente dal dotto Professor Prezzolini nel suo trattatello sulla bugia, essendo la di lui opera rivolta a medici, avvocati, preti nonché al “negoziante per vender le merci”, e al “politicante per procacciarsi i voti”.

 

Buona lettura.

 

Fonte

 

Giuseppe Prezzolini, L’arte di persuadere, Firenze, Francesco Lumachi Editore, 1907,  p. 5, pp. 9-10 e pp. 11-12.

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.