Henri Bergson e l’ “uomo nuotatore” [ “Swimmer Man”]

Il tuffatore

Henri Bergson (1859-1941) è stato uno dei più grandi filosofi del Novecento, che diede grande importanza non solo al pensiero filosofico in sé, ma si mostrò anche aperto alle azioni pratiche e concrete, nonché all’idea di una società in grado di garantire un continuo processo creativo.

Secondo Bergson, l’ “azione spezza il cerchio” della pura ragione e incoraggia gli uomini a compiere azioni che, teoricamente, sembrano essere impossibili. Bergson espresse la sua profonda convinzione mostrando l’esempio dell’uomo nuotatore.

Secondo Bergson, la ragione umana potrebbe insinuare che è impossibile imparare a nuotare. Ma l’esperienza ci permette di superare i limiti delle nostre facoltà intellettuali. In questo modo, impariamo a nuotare tuffandoci in acqua piuttosto che perderci in ragionamenti astratti.

Con l’esempio dell’uomo nuotatore, Bergson ha voluto dimostrare che la conoscenza concreta del mondo reale proviene soltanto dall’ azione: “But action breaks the circle. If we had never seen a man swim, we might say that swimming is an impossible thing, inasmuch as, to learn to swim, we must begin by holding ourselves up in the water.”

“Ma l’ azione spezza il cerchio. Se non avessimo mai visto un uomo nuotare, potremmo dire che il nuoto è una cosa impossibile, in quanto, per imparare a nuotare, dobbiamo cominciare da noi stessi, tuffandoci nell’acqua” (1). Che è la traduzione filosofica di un vecchio detto: “Le azioni sono più forti della parola’. Il che è del tutto vero.

Attraverso l’esempio dell’uomo nuotatore, Henri Bergson ha dimostrato indubbiamente una dose notevole di buon senso pragmatico.

 

 

 

Nota

1) Henri Bergson, “Creative Evolution”, New York, Dover Publications, Inc., 1998, Chap. III, p. 192.

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.