Problemi critici sulle origini di Roma

Roma

 

 

 

 

 

 

Il problema delle origini di Roma costituì una questione a lungo dibattuta dagli storici dell’antichità. A monte stava intanto la discussione circa la validità delle fonti. Ci si chiese: come potevano gli annalisti ricavare notizie sicure in assenza di fonti scritte? La risposta fu unanime: “non” si potevano avere dati certi, semplicemente perché le fonti su uomini e fatti erano dati solamente dalla tradizione orale, la quale, in sé è infida, insicura, poiché mischia realtà e leggenda, per cui non è davvero semplice sceverare con sicurezza il vero dal fantastico. Da questa generale considerazione ne derivarono conseguenze durevoli nella storiografia romana: la tradizione annalistica venne dichiarata  dagli storici più autorevoli dell’antichità, dal Niebhur al Mommsen, inattendibile e portatrice solamente di leggende. Le cose però mutarono a poco a poco, soprattutto perché l’archeologia veniva via via confermando certi dati offerti dagli Annalisti, per cui si assistette a un mutamento di rotta fra gli storici e grazie alle conferme che arrivavano non solo dall’archeologia, ma anche dalla glottologia e dagli studi folclorici, si operò una sorta di inversione di tendenza.

 

In genere gli studiosi del mondo antico, specialmente i tedeschi, che tra l’altro godevano di un prestigio assoluto negli studi delle antichità romane, tendevano a far letteralmente coincidere la storia romana con quella di tutti i popoli italici, i quali al contrario, svilupparono civiltà altrettanto significative di quella di Roma. Insomma, Roma non era l’Italia, e anzi gli italici, seppure alla fine assoggettati, resistettero con tutte le loro forze alla “romanizzazione”: e in questo senso è sufficiente pensare alle durissime guerre sannitiche, con cui i romani dovettero lungamente misurarsi.

 

La consapevolezza che la storia di Roma, alle origini, non coincideva con quella dei numerosi popoli italici che popolavano l’antica Italia fu lenta ad affermarsi fra gli storici, soprattutto tedeschi. In Italia, al contrario, la questione fu posta già agli inizi dell’800 da Giuseppe Micali, il quale, in un libro dal titolo emblematico (1), pose con forza il problema, riuscendo alla fine a risultare molto convincente, per cui il dato essenziale che la “storia romana” era in fondo diversa dalla “storia italica” apriva la strada ad ulteriori approfondimenti che convinsero della giustezza della tesi del Micali i più autorevoli esponenti del mondo accademico del tempo, da Mommsen a Wilamowitz. Oggi più nessuno dubita del fatto che si debba parlare di due momenti distinti per l’Italia antica: un’Italia “preromana” e un’Italia “romanizzata”, che praticamente perse completamente le antiche proprie radici culturali locali, facendosi letteralmente assorbire dai romani (2).

 

Sostanzialmente l’archeologia romana confermerebbe il dato tradizionale di derivazione annalistica, ponendo pertanto la fondazione dell’urbe alla metà dell’VIII secolo a.C. La questione delle origini e della datazione della fondazione di Roma si lega strettamente alle etnie che abitarono quei luoghi, e che costituirono la sintesi di villanoviani crematori (dei quali tombe antichissime [X sec. a.C.] furono rinvenute lungo la Via Sacra), che si fusero con altri villanoviani inumatori, provenienti dall’Italia centrale. Questi “popoli pastori”, stabilendo le loro capanne sul Palatino, dettero il via alla prima formazione della Roma antichissima, più nota come “Roma quadrata”. Interessanti anche le notazioni sulle origini del nome della città. E’ in questo senso comunemente accettata l’ipotesi, proposta alla metà dell’800 da W. Corssen, che il termine “Roma” significhi “città del fiume”, da “Struma”; Bruno Migliorini, nel 1928-1929, ipotizzò che il nome derivasse da “ruma”, ossia “mammella”; e altri da un termine di origine etrusca, “rumina”, che in sostanza indicherebbe il nome di una nobile e potente famiglia etrusca (3) Comunque l’ipotesi di Bruno Migliorini è sostanzialmente condivisa dagli studiosi.

 

Nota

 

1)         G. Micali “L’Italia avanti il dominio dei Romani”,1810

2)         Per un’esauriente trattazione dei problemi qui rapidamente accennati, si consiglia la lettura di Giulio Giannelli, “Trattato di storia romana”, Bologna, Patron, 1976.

3)         B. Migliorini, “Sull’origine del nome di Roma”, in “Atti del I Congresso Nazionale di Studi Romani”, Roma,  1929, II, pp. 431-432. Per una  bibliografia  sull’argomento, cfr. anche le note accurate di G. Giannelli, cit., p.158 sgg.

 

 

https://youtu.be/5_pyZ8NYBiY

 

 

 

 

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.