“Prese a Lennie la mano e se la pose sul capo. – Toccate in questo punto e sentirete come sono morbidi. Le grosse dita di Lennie presero a lisciarle i capelli. – Non spettinatemi, – disse la ragazza. Lennie disse: – Oh, che bello, – e lisciava più forte. – Che bello.- State attento, su mi spettinate -. Poi esclamò incollerita: – Ora basta, mi spettinate tutta -.Trasse da parte il capo e le dita di Lennie si serrarono su quei capelli risolute. – Lasciate, -gridò la ragazza. – Lasciatemi. Lennie ebbe un istante di terrore. Il suo viso si contrasse. La ragazza urlava ora e la mano libera di Lennie le scese sulla bocca e sul naso. – No, vi prego, – supplicava Lennie. – Vi prego, non fate così. George andrà in bestia. La ragazza si dibatteva violentemente sotto le sue mani. Coi piedi pestava sul fieno e si torceva tutta per liberarsi; da sotto la mano di Lennie uscì un urlo soffocato. Lennie cominciò a gemere di paura:”‘ – Vi prego, non fate così, supplicava. – George dirà che ho fatto un grosso guaio. Non mi lascerà più accudire ai conigli-. Sollevò un po’ la mano e uscì un grido roco di lei. Allora Lennie s’incollerì: – Non gridate,-disse. – Non voglio che gridiate. Mi metterete nei guai, l’ha detto George. Su, non gridate -. E la ragazza non smetteva di dibattersi e aveva gli occhi folli dal terrore. Lennie allora prese a sbatacchiarla, nella sua collera. – Non strillate, vi dico, – le disse e la squassava; e quel corpoguizzò come quello d’un pesce. Poi ricadde immobile, perché Lennie le aveva spezzato il collo” (2)
Quando la faccenda si scopre, Lennie si è già dato alla macchia, ma Curley vuole vendetta e George capisce ciò che succederà al suo amico se fosse stato preso vivo. George lo cerca, lo trova e lo distrae con una delle sue storie, e mentre Lennie gli volta le spalle, l’ammazza con un colpo (pietoso) di pistola alla testa. Torniamo all’inizio. George aveva tentato in ogni modo di tenere l’amico lontano dai guai, ma il caso volle che Lennie fosse inopinatamente avvicinato dalla moglie di Curley. Il caso, per definizione, è più forte: “Anche i piani più accurati di uomini e topi vanno speso e volentieri a ramengo”. Steinbeck scrisse poi un’altra cosa interessante: in una lettera egli osservò che “ Lennie was not to represent insanity at all but rather the inarticulate and powerful yearning of all men” [Lennie non doveva tanto rappresentare la pazzia, quanto piuttosto la potenza degli istinti che dominano tutti gli uomini”] (3) .
Tra l’ incontrollabilità del caso e la natura indomabile degli umani istinti, nonostante i buoni uffici dell’ottimo George, era abbastanza prevedibile che Lennie incappasse prima o poi in una situazione irrisolvibile. Il che accadde inesorabilmente all’innocente e folle amico di George, che lo seguiva come un cagnolino lungo le strade della California, alla ricerca di un lavoro nel corso degli anni duri della Grande Depressione. Nel 1992 Gary Sinise ne trasse un buon film, che ancora oggi merita considerazione.
Note
1) “The Best Laid Schemes: Selected Poetry and Prose of Robert Burns”, a cura di R. Crawford, C. MacLachlan, Princeton University Press, 2009, p. XXXV.
2)r.nmu.org.ua/bitstream/handle/123456789/12968/815a39e56078468037c22e169a504183.pdf?sequence= p. 38.
3) Brian E. Railsback,Michael J. Meyer, “A John Steinbeck Encyclopedia”, Greenwood Press, 2006, p. 343.