Un precursore del teatro goldoniano. Giovanni Bonicelli

pantalone

Il saggio che qui si presenta costituisce soltanto un brevissimo stralcio della mia tesi di laurea, discussa all’Università di Padova alla metà degli anni ’70 sul Teatro Veneto Pregoldoniano. Mio relatore fu allora il prof. Giovanni Calendoli. Ho visto che in seguito, verso la metà degli anni ’80,  ci fu una “rinascita” degli studi su Giovanni Bonicelli. Tuttavia, dopo Bianchi e  Maggioni, rivendico, senza tema di smentita, il fatto di essere stato (grazie al Prof. Calendoli) tra i “pionieri” degli studi su questo drammaturgo veneziano del ‘700.

 

Pochissimo si sa intorno alla vita di G. Bonicelli, nato, vis­suto e morto a Venezia. La data di nascita è ignota: si potrebbe tuttavia  azzardare  il 1675 sulla base  della  dedica  premessa dall’editore Domenico Lovisa a una commedia dello stesso Bonicel­li, La Prodigalità d’Arlichino, risalente al 1693.

 

 

La  dedica, “Consacrata al merito singolare dell’Illustriss. Sig. GIUSEPPE PO­COBELLO”,  tra le altre cose, afferma:

 

“… Ma non scherzò, o mio Sig., chi meco acuindo (sic) di Lince lo sguardo  nelle  di  lei più ch’amirabili qualitadi, poich’a PENA SORPASSANDO IL TERZO LU­STRO, NE FOLGOREGGIA d’un più ch’assennato intendimento…Rapre­sentamisi in fine la presente Compositione dell’Eccell. Sig. Dot­tor Giovanni Bonicelli SUO COETANEO…” (1).

 

 

Poiché, come risulta dalla  dedica, Giuseppe Pocobello aveva appena sorpassato il terzo  lu­stro,  se ne deduce che egli doveva avere nel 1693 ( data  della dedica ) intorno ai 17-18 anni, diciamo 18 anni. Dato che Bo­nicelli è definito  “coetaneo” del Pocobello, si potrebbe  avanzare l’ipotesi che ambedue fossero nati intorno al 1675. Il padre, che si chiamava Bartolomeo, aveva  sposato  Maddalena Landi,  che discendeva da un ramo decaduto della nobile  famiglia veneziana  dei Landi. Fu, infatti, ad un membro di  questa  fami­glia, il Reverendo don Pietro Francesco Landi, di cui era  proni­pote, che il Bonicelli dedicò una sua Opera Tragica, la Lucretia Romana (2). Certa è, invece, la data della morte, avvenuta,  come ci attesta il Cicogna, il 5 gennaio del 1725 (3).

 

 

Anche intorno alla sua produzione teatrale i dati, almeno sul versante critico, sono estremanente scarsi: gli antichi repertori biobibliografici si limitano a riportare i soli titoli delle  sue commedie (4). Solo il Cicogna, dopo essersi limitato a registrarlo fra  “gli scrittori  veneziani della fine del secolo XVII e  del  principio del  XVIII”, azzardava un giudizio, definendo molto  stringatamente la Lugretia Romana un’opera  “ridicola e strana” (5). L’oblio  che avvolse l’opera e la persona del Bonicelli  trova la sua giustificazione soprattutto nel fatto che la sua produzio­ne fu poco originale, in quanto egli trasse la materia sia da no­ti  canovacci dalla Commedia dell’Arte sia da alcuni tra i più grandi  comme­diografi del ‘600, da Molière a Lope de Vega.

 

 

Si deve alla nostra Scuola Storica di fine ‘800 e inizi del ‘900, sempre molto attenta al gioco delle fonti, una parziale rivaluta­zione dell’opera teatrale di Bonicelli, specie in riferimento  a Il Pantalon Spetier,  in cui Emilio  Re volle vedere certi  “caratteri di venezianità” e che Vito Pandolfi definì una commedia che  “fa da ponte  tra La Venetiana  dell’Andreini e  la Puta Onorata di Goldoni” (6).

 

 

Ma chi era Giovanni Bonicelli? Chi era questo enigmatico per­sonaggio che si definiva  “dottore in ambe le leggi”? Secondo V. Bianchi e G. Maggioni, gli unici che si siano interessati a Bonicelli, “…sarebbe logico pensare che il Bonicelli fosse un attore  appartenente a compagnie della Commedia.dell’Arte, e che si fosse  specializ­zato  nel  sostenere la maschera di Pantalone.  Effettivamente  – proseguono – l’Ortolani… annota che il Bonicelli era un Capo Co­mico…” (7).

 

 

E allora, capocomico o  dottore?

 

 

L’uno non esclude l’altro.  Infatti, “…Tra i comici –  osserva Francesco Bartoli nelle sue Notizie Istoriche pubblicate nel 1782-  molti  erano  professori  di  grido  e  peritissimi  nell’arte loro…; -sapevano giocare la bandiera e la maschera, esercitar­si  nel ballo e nella scherma con la spada, recitare da  vecchia, trasformarsi a vista degli spettacoli …”  L. Ferrante, di rincalzo, rileva che alcuni provenivano dall’ar­tigianato, dalla mercatura, dall’esercito e, infine, da famiglie che esercitavano cariche nella curia forense (9). E’ pertanto assai probabile che il “dottore in ambe le leggi” Giovanni Bo­nicelli  fosse stato realmente un capocomico e un uomo  di  teatro  anche molto “impegnato”, perché_non si accontentava del puro scena­rio, ma voleva che i suoi attori, e in special modo le  maschere, fossero legati ad  una parte ben precisa, alla stregua del  Goldoni riformatore della scena italiana. Come osservò acutamente Ireneo Sanesi, il Bonicelli doveva appartene­re  a quella stretta cerchia di comici “…i quali, oltre a  rap­presentare commedie improvvise, ne rappresentaron pure di scritte o premeditate…” (10). Anche  Vito Pandolfi asserì che se è vero che le  maschere  non gradivano troppo recitare commedie premeditate, è anche vero che sotto la guida di una forte personalità_ e  “…sotto la spinta di  un ruolo che potesse giovar loro agli occhi del  pubblico … prendevano in buonissima grazia anche il testo scritto…” (11).

 

Già per questi motivi, dunque, il nome di Giovanni Bonicelli potrebbe essere accostato a quello di Goldoni. Ma ancor più tale rapporto si evi­denzia  a proposito della maschera di Pantalone, nel cui ruolo, come  si è detto, il Bonicelli si era forse specializzato.  Egli, infatti,  inizia a smussare molti angoli  della  personalità dell’antico zanni, facendocelo intravvedere qua e là  nella  veste goldoniana  di borghese e di mercante. Quando  il  Bonicelli moriva, nel 1725, Goldoni aveva  circa  di­ciott’anni: non è quindi troppo azzardato pensare, data anche la precoce  passione  teatrale di Goldoni, che i due  abbiano  avuto qualche occasionale incontro a Venezia, patria comune, oppure cheGoldoni avesse avuto modo di assistere a Teatro alla nuova e di­versa interpretazione che il Nostro dava di Pantalone. Pare,  tra l’altro, che Goldoni avesse recitato in una commedia di  Bonicel­li.

 

“…Il Goldoni, scrivono Bianchi e Maggioni, apprese  certamente qualcosa  da lui. Per sua stessa confessione, il  Goldoni  recitò nel ‘Pantalon Bullo’ del Nostro:

 

              Questa recita prima in sabato seguì

            e poscia la seconda si fece un martedì

            in cui fur dal Priuli sì ben rappresentate

            del vecchio Pantalon le comiche bullate.

 

L’Ortolani a proposito di questi versi annota: “Ben quattro parti si era addossato il Goldoni…” (12)._

 

Il Bonicelli, poi, pubblicò tutta la sua produzione teatrale nei libriccini di Domenico Lovisa e di Leonardo Pittoni, ambedue  li­brai  ed editori veneziani.

 

“…E chi sa, scriveva E.Re, che non fosse una stampa del Lovisa la collezione delle opere…che  egli leggeva bambino…” (13)

 

Al  di là della poetica congettura del Re, sta di fatto  che Goldoni  nei suoi scritti non ha mai detto di aver conosciuto Giovanni Bonicelli; ma nemmeno fa mai menzione della sua antica Lucrezia Romana in Costantinopoli, opera che ricorda molto da vicino  l’o­monima Lugretia Romana del Bonicelli. E’ assai probabile che l’ormai vecchio  Goldoni dei Memoires fos­se  fastidito  dal fatto di dover ammettere di aver dato,  a suo tempo, il proprio contributo a quel teatro che avrebbe poi ineso­rabilmente condannato. Infatti, nell’ Appendice alle sue Memorie, nel Catalogo delle O­pere  Buffe  del sig. Goldoni, secondo l’edizione di  Torino  del 1777,  compare una Lucrezia Romana intorno alla quale, alla  nota 6,  si legge: “Questo lavoro non dovrebbe stare tra  le Opere Buffe; l’autore l’aveva composto per gli attori  PARECCHI  ANNI PRIMA DELLA RIFORMA,  e  gli  è spiaciuto  assai  di   vederlo stampato…” (14).

 

 

Infatti, il Binni osserva che la Lugrezia Roma­na in Gostantinopoli (sic) del Goldoni “… è davvero singolare per l’insolita concessione alla scurrilità_e   al  semplice buffonesco…” (15). Che Goldoni  accomunasse in un’unica repulsione  uomini  e  cose dell’antico  modo di fare teatro mi pare cosa assai  evidente. Con tutto ciò, i Mémoires  accennano, sia pure di sfuggita, a  indubbi rapporti tra la famiglia di Goldoni e quella di Bonicelli. E. Re, probo ricercatore protonovecentesco scrive:

“… Chi abbia letto i Mémoires ricorderà …che nel cap. 2 si parla pure d’un Bonicelli  (Alessandro ) veneziano e amico intimo del padre di Goldoni.  Che è  degno di nota come indice d’una probabile relazione  di  fami­glie, e si sa come relazioni simili conducano a comunicazioni im­pensate di gusti e di tendenze…” (16).

 

 

E’ certo  che  un fitto velo di silenzio ha sempre  accompa­gnato la figura di Giovanni Bonicelli;  e grande è stata la sua  sfortuna presso gli eruditi: basti pensare che uno di essi,  Giovanni  de­gli  Agostini, scrivendo nel 1752, cioè ad appena 27  anni  dalla morte del Bonicelli, le  Notizie Istorico Critiche Intorno la vita e le opere degli scrittori veneziani, ( Venezia, S.Occhi,  1752-54, 2 voll.) non ne faceva neppure un fugace cenno. Al di là_ dell’amara constatazione che la storia è sempre impieto­sa  verso i minori, è  pure giocoforza ammettere che  Giovanni Bonicelli  fu un uomo di teatro che, per taluni aspetti, aveva vista mol­to piùacuta di certi suoi contemporanei, più fortunati  di  lui presso gli eruditi: almeno due sue commedie hanno offerto qualche primizia al nostro teatro dialettale veneto  pregoldoniano.

 

Come ebbero a scrivere nel lontano 1959 il Bianchi e il Maggioni, chi si  accingerà un giorno a scrivere una storia del  teatro  veneto “…  dovrà dare il dovuto spazio a una commedia di  fondamentale importanza, Il Pantalon  Spetier di G.  Bonicelli,  stampata  nel 1703. Questa commedia infatti INSIEME CON POCHE ALTRE, QUASI TUT­TE DELLO STESSO AUTORE COSTITUISCE UN ANELLO DI CONGIUNZIONE  TRA LA C.d.A. E LA COMMEDIA GOLDONIANA, AVENDO IN PARTE I  CARATTERI DELL’UNA E DELL’ALTRA…” (17)._

 

 

 

Immergendoci ora nelle pieghe della storia, osserveremo che Boni­celli ci  ha lasciato un “corpus”  composto di  sei commedie e di  due opere tragiche :

 

1) Il Pantalon Spetier, con le metamorfosi d’Arlichino per amo­re. Scenica rappresentanza dell’Eccell. sig. dottor Giovanni  Bo­nicelli. Dedicata all’illustriss. signor Giacomo dal Re. In Vene­tia, per Domenico Lovisa a Rialto. 1703. Il frontespizio di  que­sta  commedia  si può vedere su Emporium, vol.L  n. 299,  novembre 1919, pp. 253-365.

 

2) Il Pantalon Bullo, Overo la pusillanimità coperta. Commedia di Bonvicin Gioanelli. In Venetia, per Leonardo Pittoni, 1688; e per Domenico Lovisa, 1710.

 

3) L’Amalato Imaginario Sotto La Cura del Dottor Purgon.  Come­dia (sic) tradotta da quella di Monsù Moliera , e accomodata ad uso de’ comici italiani per li linguagi (sic) e personaggi che corrono al presente, con il famosissimo dottorato di PAntalone in medicina Dell’eccell. sig. dottor in ambe le leggi Bonvicin Gioanelli. Dedicata al molt’illustre sig. Costantin Costantini detto il Gra­dellino. In Venetia, per Domenico Lovisa, 1701.

 

4) La Prodigalità d’Arlichino, Mercante Opulentissimo perseguita­to dal Basilisco del Bernagasso d’Etiopia . Comedia dell’eccellen­tissimo sig. dottor Bonvicin Gioanelli. Consacrata al merito sin­golare dell’illustriss. sig. Giuseppe Pocobello. In Venetia,  per Domenico Lovisa a Rialto, in Ruga d’Oresi sotto il portico, 1693 e 1703.

 

5) Il Dottor Bacchetton. Comedia ridicolosissima del dottor  Bon­vicin Gioanelli. In Venetia, Pittoni, 1688-’89; Lovisa, 1710.

 

6) Arlechino Finto Bassà d’Algieri. Vittoria Il Cane dell’Ortola­no, e Fichetto Bullo per amore. Opera scenica  dell’eccellentiss. sig. dottor Bonvicin Gioanelli. In Venetia, per Domenico Lovisa a Rialto, 1703.

 

7) Lugretia Romana Violata da Sesto Tarquinio, con la saggia paz­zia di Bruto Liberator della Patria. Opera tragica dell’eccellen­tiss. sig. dottor Giovanni Bonicelli. Consacrata al merito singo­lare  del Reverendiss. sig. don Pietro Francesco Landi. In  Vene­tia,  presso Leonardo Pittoni, in Merzeria. All’insegna  dell’In­telligenza Coronata, 1692.

 

8) Vita Amori e Morte di Sansone, Con il famoso tradimento di Da­lila, e precipitosa caduta del tempio de’ Filistei. Opera tragica dell’eccellentiss.  sig. dottor Giovanni Bonicelli.  Dedicata  al merito  impareggiabile del sig. Bartolomeo Paitoni.  In  Venetia, per  Domenico Lovisa a Rialto,s.d., ma circa 1693.

 

9) Bianchi e Maggioni ricordano anche un Pantalon Lipa, di  cui perà_ non mi è stato possibile rintracciarne una copia, nonostante le ricerche condotte alla Biblioteca  Nazionale Centrale di Firenze, ove, tra  parentesi, si trovano invece copie della Prodigalità d’Arlichino e di Arlechino finto bassà d’Algieri.  Per  quanto riguarda la datazione delle commedie, P.  Spezzani faceva notare che “… due soltanto delle opere del Bonicelli  e­lencate dal Re sono sicuramente datate ( La Lucretia Romana,  Ve­nezia, Pittoni, 1692 e El Pantalon Bullo, Venezia , Pittoni, 1688 ), e probabilmente ma non sicuramente datata è Il Pantalon Spetier, nel cui frontespizio oltre al luogo di edizione (  Vene­zia, Rialto ), e al nome dell’editore ( Domenico Lovisa ), un  esemplare porta un’indicazione di data scritta a inchiostro (1703) che potrebbe indicare l’anno dell’edizione…”.(18)

 

 

Alla nota di Spezzani facciamo seguire alcune osservazioni. Tenendo  per ferma la data del Pantalon Bullo, 1688, si  pone  in evidenza che nell’ultima pagina della commedia in questione vi si legge una nota del Libraro al Benigno Lettore:

 

“… Chi desidera Opere,& Comedie da recitarsi in Prosa d’ogni sorte da farsi  il  Carnevale,  o in altri tempi a suo piacere, come anco  Pronostici d’ogni  sorte per l’anno corrente,  si vende da Leonardo  Pittoni Libraro  a S. Marco.

 

“IN BREVE SI DARA’ ALLA LUCE DELLE STAMPE Il Dottor Bacchetton, COMEDIA RIDICOLOSISSIMA” (19).

 

 

Quell’ in breve fa pensare pertanto che Il Dottor Bacchetton debba essere o dello stesso 1688 o di poco posteriore (1689?). Una edi­zione  posteriore del Pantalon Bullo è del 1710, presso  Domenico Lovisa.  Cfr. la copia presente alla Biblioteca  Naz.  Braidense, Milano. Racc. Dramm. Corniani-Algarotti 2196. Altra  copia  sicuramente  datata è La  Prodigalità d’Arlichino (sic). L’edizione cui mi riferisco si trova alla Braidense, Racc. Corniani-Algarotti 1399. Essa riporta due date, una a inchiostro, sotto  il titolo e la dizione Con licenza de’ Superiori, 1703,  e una  data a stampa, dopo la dedica scritta dal  Lovisa. Venetia, dalle mie stampe, l’Anno 1693. Quest’ultima dovrebbe essere natu­ralmente la data dell’edizione più antica. Interessanti sono poi le conseguenze che si possono trarre da una copia del Dottor Bacchetton edito dal Lovisa, che si trova sempre alla Braidense,  Racc. Corniani-Algarotti, 219. Questa  copia  è senza data, ma alla fine della commedia si riporta un elenco del­le opere stampate dal Lovisa PRIMA del  Dottor Bacchetton. Data la rarità  del documento, lo si riporta qui integralmente,  sottoli­neando le opere di Bonicelli.

Nota di Giochi, che si stampa, e si vende da Domenico  Lovisa  a Rialto, & altre Opere, e Comedie diverse.

 

Il Gioco Romano. Il gioco del Cuco. Dell’Occa (sic).  Del  Baron. Del  Gambaro. Del Giardin d’amor. Del Pelachiù. Del  Matto.  Sca­chiero overo (sic) Dama.

 

Comedie diverse moderne, ridicole non più stampate, opere del Ci­cognini, e  d’altre sorti. Rappresentation de Santi, e  Sante  di stampa di Bologna. Historie del Britti, di Pietro de Piccoli, di Giulio Cesare  Cro­ce, Canzonette moderne, e antiche d’ogni qualità. In breve si vederà una

 

Cronica di Venetia con tutte le Novità non più stampate con due Figure in Rame. L. 11

 

Compendio d’Avertimenti (sic) per conservarsi sani con un Trattato de Il Mondo Nuovo con sua figura delineata in Rame.

 

Relatione novissima delle Provincie, Regni, Città, Castelli, Mon­ti, Mari, e Fiumi di tutto il Mondo. L.12

 

Trattato di Cavalieri, overo Vermicelli, che fanno la Seda. L.6

 

Trattato del bever in giaccio (sic). L.8

 

Arte del pescare. L.6

 

Le Minere (sic) de Metalli.

 

Refatta notitia del Regno di Candia. L. 6

 

Notitia distinta del Regno di Negroponte con le sue figure in Ra­me. L.12

 

Dal Lovisa Libr. a Rialto in Ruga d’Oresi. Si vende il Tasso tradotto di novo in Lingua Venetiana con figure in rame. L.6:4

 

Il detto Tasso in piccolo in lingua Venetiana. L.2:8

 

Le nove Pazzie del Dottor. L.10

 

Le Scioccherie di Gradellino. L.10

 

Pantalon mercante fallito. L.10

 

Il Finto Prencipe. L.10

 

IL PANTALON BULLO. L.10

 

Il Convitato di Pietra. L.8

 

LA PRODIGALITA’ D’ARLICHINO. COMEDIA NUOVA. L. 12

 

Zanobia a Radimisto. L.12

 

L’Amante fedele. L.12

 

Le disgratie di Pantalon. L.12

 

VITA, AMORI, E MORTE DI SANSON (sic). L.12

 

Trufaldin finto Papagallo (sic). L.12

 

IL PANTALON SPICIER ( sic). L.12

 

L’invidia in corte. L.12

 

Il PANTALON SPITIER. L.12

 

Tutte l’imprese fatte dal Seren. Morosini. L.2

 

L’Historia di Maria Stuarda. L.8

 

Secreti di Medicina di Missier Agresto de Bruschi. L.4

 

Il Cembalo d’Erato, cioè_ cento Sonetti in Lingua Veniziana L.10

 

Trattato della Ciocolata (sic). L.10

 

Nell’elenco, come si può vedere, compare COME GIA’ EDITA La Pro­digalità d’Arlichino, che è, come sappiamo, del 1693. Vi si regi­strano, un Pantolon Bullo, che nell’elenco viene PRIMA della Pro­digalità d’Arlichino: la cosa potrebbe significare che Il Panta­lon Bullo ha avuto un’edizione presso il Lovisa ante 1693, più o meno contemporaneamente a quella del Pittoni (1688). Per le altre, Vita, Amori e Morte di Sansone, e Il Pantalon Spetier, che SEGUONO nell’elenco La Prodigalità d’Arlichino, si possono ragionevolmente congetturare gli anni che vanno post  1693 al 1703, data scritta a inchiostro nell’edizione dello stesso Lo­visa. Per l’ Arlechino (sic) finto bassà d’Algieri teniamo per buo­na  la data scritta a inchiostro nell’edizione del Lovisa della Braidense, 1703. Racc. Corniani-Algarotti 2196. Per L’Amalato I­maginario, oltre alla data sul frontespizio, abbiamo anche un ri­scontro interno molto importante, che ci permette un rimando  si­curo  non solo all’anno, ma anche al giorno e al  mese.  Infatti, nell’atto secondo, scena V, dopo una lunga tirata in stile pedan­tesco di Truffaldino, Fiammetta, scherzando, annota con tono iro­nico:-  VENETIA, LI  17 GENARO 1701. Guardate come a studiare  si apprende a dire di belle cose._

 

Riassumendo:

 

1) Lugretia Romana, Pittoni, 1692;

 

2) Pantalon Bullo, Pittoni, 1688; Lovisa, ante 1693;

 

3) Il Dottor Bacchetton, Pittoni, 1688-’89; Lovisa, 1710;

 

4) L’ Amalato Imaginario, Lovisa, 1701;

 

5) La Prodigalità d’Arlichino, Lovisa, 1703 ( data a inchiostro  ), 1693 ( data a stampa );

 

6) Il Pantalon Spetier, Lovisa, 1703 ( data a inchiostro sul fron­tespizio ). Possibile una datazione anteriore, circa 1693;

 

7)   Arlechino finto bassà_d’Algieri, Lovisa, 1703 ( data  a  in­chiostro sul frontespizio );

 

8) Vita, Amori e Morte di Sansone, Lovisa, circa 1693.

 

Le edizioni delle commedie sopra elencate sono repe­ribili presso la Biblioteca Naz. Marciana di Venezia e la Biblio­teca Naz. Braidense di Milano. Due commedie si possono leggere an­che nella Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze.  Non mi  con­sta esistano edizioni moderne. Sotto l’aspetto filologico, si av­verte che, per quanto possibile, si è_ cercato di mantenere la pa­tin settecentesca sia per quanto riguarda la grafia sia la  punteggiatura, ma sono stati comunque necessari  ritocchi anche con­sistenti: la loro regolarizzazione si è_ infatti resa  indispensa­bile  specie laddove il senso ne risentiva maggiormente.

 

 

Gli pseudonimi di Giovanni Bonicelli: Cristoforo Boncio e Bonvicin Gioannelli

Parrebbe che Bonicelli, ne L’ Amalato Imaginario (1701),  riduzione della commedia  molieriana del Malade imaginaire,  fosse stato preceduto da certo CRISTOFORO BONCIO,  veronese, il quale nel 1700, esattamente un anno prima  dell’edizione veneziana,  avrebbe  dato alle stampe un analogo   Amalato Imaginario sotto la cura del dottor Purgon (20). Il fatto  è che Bonicelli amava anagrammare il proprio nome,  firmando  le  commedie in modo  coperto , anche se, a onor  del  vero,con pseudonimi abbastanza intelleggibili. Dilettandosi con questi giochetti, però, rischiava spesso e volentieri di vedersi  portar via la paternità  di commedie che invece erano tutte sue.

 

Il caso dell’ Amalato Imaginario non  è  stato l’unico:  lo  stesso gli avvenne anche per La Prodigalità d’Arlichino , firmata Bonvicin Gioanelli. Il risultato: se la commedia gli  è  stata restituita,  ciò  si deve alla sagacia del Cicogna, il quale, a  proposito di  quest’ultima , scrisse: “… Il Mazzucchelli  la  ommise…Ora Mons. Antonelli ( lettera a me del giugno 1841 ) mi fece osservare  che Giovanni Bonicelli ne  è  l’autore, coperto sotto quel  purissimo anagramma…” (21).

 

Per quanto concerne lo pseudonimo Bonvicin Gioanelli non  sussistono dubbi; a parte la testimonianza del Cicogna, esso era  noto agli  stessi contemporanei e, quel che più  importa, agli  editori del  Bonicelli. Infatti, nella dedica al sig. Giuseppe  Pocobello  (Cfr.   La Prodigalità d’Arlichino , ediz. della  Braidense,  Racc. Dramm.  Corniani-Algarotti 1399 ), Domenico Lovisa  scrive:  “Rappresentamisi  in  fine la presente  Compositione  dell’Eccell. Sig. Dottor GIOVANNI BONICELLI suo Coetaneo, quale  imponendomi, ch’in   Anagramma   Litteral  Puriss.   di   BONVICIN   GIOANELLI venghi (sic) mandata alla luce oltre molt’altre…”. (22)

 

Molto diverso è  invece il discorso riguardo a CRISTOFORO  BONCIO. Mentre per Bianchi e Maggioni il Bonicelli avrebbe pubblica to molte sue opere  “…con gli pseudonimi trasparenti di Bonvicin Gioanelli  e di CRISTOFORO BONCIO…”,(23) quarant’anni prima  il Re, rifacendosi agli studi del Toldo, postillava: “…Notiamo che nella riduzione dell’ Amalato Imaginario sotto la cura del  Dottor Purgon  il Bonicelli ERA STATO PRECEDUTO, come c’insegna  recentemente il Toldo, da un ignoto veronese, CRISTOFORO BONCIO,  autore pure  di  un   Amalato Imaginario ,  stampato  a   Verona,   nel 1700…” (24).  Fra parentesi faccio notare che Spezzani,  citando lo stesso Re, trasforma il povero Boncio in un altrettanto sconosciuto CRISTOFORO BOSCARO, ma è evidente che si tratta di un errore di lettura o di trascrizione (25).

 

Ritornando al Boncio, siamo andati a verificare quanto scrisse il Toldo e, dal contesto, si può effettivamente avere l’impressione che  lo studioso ritenesse Bonicelli-Gioanelli autore diverso dal Boncio.  Scrive infatti Toldo: « … Le Malade imaginaire aux soins du docteur Purgon  comedie due  à …  la plume d’un certain CRISTOFORO BONCIO libraire… ( e in nota ) , Verone, Berno, 1700… L’année suivante la même comédie, avec le même titre et sans autre  changement que celui du nom de l’auteur, qui n’est plus messer Boncio,  mais   l’eccellentissimo signor dottor in ambe le leggi, Bonvicin Gioanelli , parait imprimée à Venise… » (26).

 

Per il Toldo, in conclusione, Cristoforo Boncio e Bonvicin Gioanelli (  alias  Giovanni 

Bonicelli ) sarebbero due autori diversi, e quest’ultimo non  avrebbe fatto altro che  tradurre  in dialetto veneziano la commedia del  Boncio,  senza  apportarvi che dei  “…changements  de  detail…” (27).  A dimostrazione, Toldo confronta fra  loro  alcune scene, che si riportano sotto.

 

Edizione veronese, Berno, 1700. Atto primo, scena prima.

 

Acuacotta- E’ pure un bel mestiere quello dello Speziale; con un buon pozzo in casa e due o tre carra di fieno all’anno, io ne cavo  il mille per uno. Non vi è  altro male, che tutti non  pagano; che del resto a quest’ora potrei ancor io fare il gentiluomo…

 

Edizione veneziana, Lovisa, 1701. Atto primo, scena prima.

 

Acquacotta- Al mondo mi no credo, che ghe sia el più  bel  mestier de quello, del Spetier de Medesine zaché con un Pozzo d’Acua  in  Casa, e do o tre Cari de Fen in Soffitta,  mi  ghe  cavo all’anno  Mille per un. No ghe altro mal, che tutti no  paga,  che de resto a sta hora poderia anca mi far el Garisimeto…

 

L’affermazione di Bianchi e Maggioni non è suffragata da prove documentarie  e contro di essa si erge tirannica  la  statistica, dato che MAI il Bonicelli, almeno nelle edizioni da noi consultate, fa uso dello pseudonimo di Cristoforo Boncio.

 

 

 

Bibliografia

 

 

1) La Prodigalità d’Arlichino , Venetia, Lovisa, 1693, Dedica.

 

2) E.A. Cicogna, Delle Iscrizioni Veneziane , Venezia,  Andreola, 1853,  vol.3  , p.250. Il Cicogna riporta la seguente  iscrizione, tratta  dalla chiesa di S. Apollinare:   “D.O.M./ Bartolomeo  Bonicelli  Ven. Civi/ M. Magdalena Landi/ Uxore sic  testante/  B.L./ I.V.D. Ioanne Filio/ Ita exeguente inciditur/ P. Martii 1726” .

 

3) E.A.Cicogna, cit., ivi. “A dì 5 gennaio 1725” . E poi:  “1725  M.V. a dì 5 gennaio la signora Maddalena Landi, relitta del q.Bartolomeo  Bonicelli, d’anni 86, la fa sepellire suo figlio…” .  E  aggiunge:   “Giovanni Bonicelli, figliolo di Bartolomeo  si  registra fra  gli  scrittori veneziani della fine del secolo  XVII  e del principio del XVIII. Egli ha dato alle stampe: 1 Lugretia Romana (1692), dedicata al reverendo don Pietro Francesco Landi, di  cui il dottor Bonicelli era pronipote. Opera ridicola e strana. 2  Il Pantalon Spetier

 

4) L.  Allacci, La Drammaturgia accresciuta  e  continuata  fino all’anno 1755 , Venezia, Pasquali,1755, pp.111,492,596-97,647,841. G.M. Mazzucchelli, Gli Scrittori d’Italia ,    Brescia, Bossini,1753-1763, vol.6.  L. Ferrari,   Onomasticon ,   Repertorio    bibliografico Olscki,1941.G. Salvioli-C.Salvioli,  Bibliografia Universale del  Teatro Drammatico italiano , Venezia, Ferrari, 1894, vol.1, p. 205,359. G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime ,  Milano, Pirola, 1859, vol.3, p. 472. Qualche  notizia anche in G. Natali,  Il Settecento ,  Milano, Vallardi, 1929, vol. 2 , p. 905: “… Il Re…ha indagato le  relazioni della commedia veneziana dello stesso (Goldoni) col  teatro indigeno veneziano, rannodando la serie dei Pantaloni  goldoniani ai Pantaloni di Tommaso Mondini e di G. Bonicelli, i due più noti commediografi veneti della fine del ‘600…” .

 

5) E.A.Cicogna, Delle Iscrizioni… , cit., ivi.

 

6) V. Pandolfi,   La commedia dell’Arte. Storia e Testi ,  Firenze,  Sansoni, 1957-61, vol.5 , p.425.

 

7) V. Bianchi- G. Maggioni, Il Pantalon Spetier di Giovanni Bonicelli,  in  Atti del 4  Convegno di studi A.I.S.E.F. , Varese,  3-4 ottobre  1959, p.76. Id.,  Alcune scene di una rarissima commedia del  ‘700:  Il Pantalon Spetier  di Giovanni Bonicelli , in   Minerva 

Farmaceutica , n.12, 1959, p.252.

 

8) F.  Bartoli,   Notizie Istoriche de’ Comici  italiani ,  Padova,1782.

 

9)L. Ferrante, Goldoni , Firenze, Sansoni, 1971, p.141.

 

10) I. Sanesi, La Commedia , Milano, Vallardi, 1954, p.96.

 

11) V. Pandolfi,  Natura e Confini della Riforma goldoniana ,  in Paragone , 1958, p.25.

 

12) V.Bianchi- G. Maggioni, Il Pantalon Spetier , cit., p.76. Cfr.  al proposito quanto dice G. Ortolani,   Goldoni, Opere Complete , Milano, Mondadori, 1940-55, vol.13 , p.991 n. 22. I versi sono tratti da Goldoni in villeggiatura , versi ad un amico.

 

13) E. Re, La commedia veneziana e il Goldoni , in Giorn. Storico della Letteratura Italiana , vol. LVIII, 1911, p.371.

 

14) C. Goldoni, Memorie , a c. di P.Bianconi, B.U.R.,  1961, Appendice , p.580.

 

15) W.Binni, Goldoni, Parini,Alfieri , in Storia della letteratura italiana ( Il Settecento ) , Milano, Garzanti,  1968,  vol.  VI, p.181.

 

 

16) E. Re, La commedia veneziana… , cit., p.371

 

17) V. Bianchi-G. Maggioni, Il Pantalon Spetier… , cit. p.76.

 

18) P. Spezzani,  Il Linguaggio del Pantalone pregoldoniano ,  in Atti dell’Istit. Veneto di Scienze, Lettere ed Arti ,  Tomo  CXXI (1962-63), p.681.

 

19)G. Bonicelli, Il Pantalon Bullo , Venetia, Pittoni,  1688.   Il libraro al Benigno Lettore .

 

20) C. Boncio, L’Amalato Imaginario sotto la cura del dottor Purgon , Verona, Berno, 1700.

 

21) E.A.Cicogna, Delle Iscrizioni… , cit. vol.6 , p.796: “La Prodigalità d’Arlichino, scrive,  il Mazzucchelli la ommise ove parla del  Bonicelli, perché  non cadeva sotto la lettera  Gioanelli.  Ora Monsignor Antonelli ( lettera a me del giugno 1841 ) mi fece  osservare che Giovanni Bonicelli ne è l’autore, coperto sotto  quel purissimo anagramma. Il Melzi lo ommise parimenti nei suoi anonimi e pseudonimi”.

 

22) Cfr. G. Bonicelli, La Prodigalità d’Arlichino , Venetia,  Lovisa, 1693, Dedica .

 

23) V. Bianchi-G.Maggioni, Il Pantalon Spetier… , cit., p.76.

 

24) E.Re, La commedia veneziana… , cit., p. 372 n.1.

 

25) P. Spezzani, Il Linguaggio… , cit., p.681 n.39.

 

26) P. Toldo, L’Ouvre de Molière et sa fortune en Italie , Torino,  Loescher, 1910.

 

27) P. Toldo, Ivi, p.269.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.