I vicini di casa di John Steinbeck

I vicini di casa

La figura e l’opera di Steinbeck sono note nelle loro linee generali a tutti gli appassionati di letteratura americana; però, a livello di grande divulgazione, certi aspetti biografici di Steinbeck, curiosi e anche interessanti per una migliore valutazione dell’uomo e dello scrittore, sono ancora oggi pressoché sconosciuti. Questo articolo presenta una lunga intervista, non a Steinbeck, come potrebbe pensare qualcuno, ma a una signora che lo conobbe molto da vicino: lui, e la sua prima moglie, Carol. Sara Field Wood (1882-1974) e suo marito Erskine Scott Wood (1852-1944), intellettuali e scrittori fortemente impegnati nelle lotte per l’emancipazione della donna, furono per diversi anni vicini di casa di John e Carol Steinbeck, e conobbero aspetti davvero inediti della vita della famiglia Steinbeck.

La loro conoscenza risaliva ai primi anni della carriera letteraria di Steinbeck; infatti Sara ne ricorda gli inizi davvero difficili, nonché la loro estrema povertà. Dal quadro tracciato da Sara Field emerge poi la figura della moglie, da cui John divorziò negli anni in cui si trasferì a Hollywood. Carol, a detta della Field, sostenne con consigli significativi l’attività del marito, insegnandogli anche tecniche alle quali John dovette in parte il suo successo. Sara Field si mostra inoltre una buona conoscitrice dell’opera di Steinbeck, giudicando “The Grapes of Wrath” la sua opera migliore, insuperabile ed insuperata. L’intervista a Sara Field fu condotta da Amalia R. Fry. Se ne dà qui per la prima volta la traduzione in italiano (1).

L’intervista

Field: John Steinbeck entrò abbastanza in ritardo nelle nostre vite nel periodo in cui Erskine era ancora vivo, e vi rimase per un tempo piuttosto breve, perché poi si trasferì all’Est per alcuni anni. Era poverissimo.

Fry: Lo avete conosciuto quando abitava a Monterey?

Field: Ne avevo sentito parlare. Allora facevo parte del comitato cittadino che si occupava della premiazione dei migliori racconti, e ritenevo che Steinbeck fosse l’unico che avesse scritto qualcosa che meritasse un premio; e devo dire che rimasi molto delusa quando non riuscì a ottenerlo. John era una persona deliziosa, sia che fosse ospite in casa vostra, o voi a casa sua. Erano i primi soldi [vedi sotto. – Ed. ] che aveva guadagnato, perché era stato molto povero e lui se ne mostrò contentissimo, come un bambino, e sua moglie anche: parlo della sua prima moglie, Carol. Ritengo che sia stata una grande perdita nella sua vita nel momento in cui divorziò da lei. Nessuno può permettersi di giudicare, ma è il mio modo di sentire a questo proposito. Fece i suoi primi soldi non con un libro che poi è stato pubblicato (in un primo tempo era stato rifiutato), “The Pastures of Heaven” [“I pascoli di cielo” (1932)], ma con “Tortilla Flat” [ “Pian della Tortilla” (1935)] che è ambientato intorno a Salinas o Carmel Valley.

Fry: So che vinse la coppa d’oro molto presto, nel 1929, ma “Tortilla Flat” fu sicuramente il suo primo successo, sì.

Field: Ancora adesso lo leggo con piacere. La gente del posto è stata descritta in modo molto realistico e con aderenza ai caratteri dei personaggi, e riuscì a ricreare, prima che cambiasse totalmente, l’atmosfera della regione in quegli anni. Alcuni amici mi hanno raccontato di aver visto un giorno gli Steinbeck a Monterey Bay. Avevano fatto un ottimo pranzo, ma non potevano sopportare di buttare via gli avanzi; e poiché avevano visto una giovane coppia seduta lì accanto a loro, John si avvicinò e disse: “Scusate, ma volete condividere un po’ del nostro pranzo? Ne abbiamo più del necessario”. E questi accettarono, perché capivano chi soffriva la fame. Poi confessarono a questi nostri amici che avevano solo il denaro sufficiente per una tazza di caffè e per il pranzo. Di qui si capisce le difficoltà che hanno attraversato. Naturalmente, dopo “Tortilla Flat”, non ha avuto difficoltà a pubblicare. Il libro successivo fu “Of Mice and Men” [” Uomini e topi” (1937)], che fu molto apprezzato.

Fry: Lo avete conosciuto quando stava scrivendo “In Dubious Battle” [ “La battaglia” [1936]?

Field: Non lo abbiamo conosciuto allora, ma subito dopo. Quello era un altro romanzo che aveva scritto prima di diventare famoso. Nel frattempo era arrivato la stagione del lavoro per gli emigranti. John aveva ancora bisogno di denaro, perché con quei due libri, nonostante il successo, non aveva fatto una gran fortuna. Aveva comprato un piccolo appezzamento di terreno e costruito una piccola casa, sulle colline vicino a noi, fortunatamente per noi, perché abbiamo sempre apprezzato molto la loro amicizia. George West, che era allora editore del “San Francisco News”, gli offrì l’incarico di scrivere sulla condizione dei lavoratori migranti; e chiunque possieda oggi questi giornali, ha qualcosa di molto raro. Mi dispiace di non avere conservato la nostra copia, ma non si può tenere tutto. Si può vedere ciò che sua moglie, Carol, significava per lui, perché egli dedica “The Grapes of Wrath” [ “Furore” (1939)] ad un amico e a Carol, “che lo spronò a scrivere”. Carol possedeva un’ampia visione dei fenomeni, e un occhio molto acuto; intuì che per quegli articoli vi erano storie eccellenti da raccontare e incitò il marito a scriverne. Per sua stessa ammissione, John era uno scrittore molto pigro. Non aveva fretta di scrivere per il gusto di farlo, doveva essere veramente assorbito dal soggetto. Evidentemente fu lei che gli mostrò come in questi articoli di giornale andava scritta la storia delle sue esperienze.

Fry: Ne hanno discusso con voi e Erskine?

Field: Oh, certo, lo hanno fatto. Ma la cosa è stata, anche, in un certo senso, l’inizio di un periodo triste, perché Hollywood intanto lo aveva letteralmente affascinato. Avevano voluto fare una foto ricordo di quel posto, ma dall’esistenza semplice che avevano vissuto insieme, John iniziò una vita tutta diversa a Hollywood. Durante un suo viaggio di ritorno, aveva chiamato all’ultimo momento Carol per dirle che arrivava da Hollywood con cinque persone a cena. Le ha reso davvero la vita molto difficile, non ricevendo alcun aiuto. Le sue nuove amicizie conoscenze gli rendevano la vita facile, mentre per lei quelli sono stati momenti piuttosto difficili. Forse questo è stato l’inizio del loro divorzio, o forse è stato proprio perché non avevano figli, che tra l’altro essi desideravano molto. Credo tuttavia che sia più probabile che John avesse conosciuto molte donne a Hollywood, dato che egli era solo e lei lontana.

Fry: Hanno divorziato nel 1942.

Field: E’ stato molto spiacevole. Erskine e io stessa ci sentimmo molto rattristati al riguardo.

Fry: Carol era d’accordo con il divorzio?

Field: presumo che lo sia stata nel modo con cui lo sono i giovani d’oggi. Lei non può averlo voluto, ma penso che non lo abbia ostacolato. Lui, a quanto mi risulta, non viveva bene il matrimonio, a meno che adesso le cose siano cambiate. Non l’ho sentito molto negli ultimi anni. Avevo pensato di scrivergli una lettera, perché, nel suo ultimo libro, “Travels With Charley” [ “In viaggio con Charley” (1962)], c’è un chiaro riferimento a Erskine, e ad alcune storie indiane che Erskine gli aveva raccontato: ma è pieno di errori. Ho pensato di scrivergli perché, nella seconda edizione, correggesse.

Fry: Da quanto si sa di lui, non amava la folla e la città…

Field ” Sì, verissimo. Quando lo abbiamo conosciuto non aveva affatto trasporto per la folla e anzi era un uomo molto piacevole come ospite di sera a pranzo o in tutte le occasioni sociali, perché era un ottimo e facile parlatore. Me lo ricordo seduto sul pavimento di casa nostra con una bottiglia di buon vino rosso vicino, e prima della fine della serata si scolava l’intera bottiglia. Era un buon bevitore, beveva in abbondanza, e sembrava tenere molto bene l’alcol. Poco prima che Erskine morisse, partì per l’Est, e al ritorno ci portò un suo libro inedito che intendeva pubblicare a sue spese, perché, ci disse, la materia sarebbe risultata sgradita alla Chiesa cattolica. Adesso però non ricordo il titolo.

Fry: Si è occupato di movimenti sociali e politici?

Field: Beh, certamente non molto nei suoi libri. “Grapes of Wrath” è il più vicino a un documento sociale, e anche nel penultimo libro, “The Winter of our Discontent” [“L’inverno del nostro scontento” (1961)], circolano potenti valori morali.

Fry: Si è unito a voi in uno qualsiasi dei vostri sforzi per esempio, come nel caso Tom Mooney ? Si interessava a queste cose?

Field: No, per quello che ricordo io, credo che non sia stato mai coinvolto in queste cose. Carol invece era profondamente interessata alle vicende messicane, e per questo andò in Messico dopo che ebbe abbastanza soldi per viaggiare un po’. Ha speso molto denaro per gli asili nido. Ho spesso pensato che la cosa era da rapportare al suo desiderio di un figlio.

Fry: Che rapporto avevano con le altre arti?

Field: Non so. Amavano la musica, io ricordo quello. …Quando hanno fatto un po’ più di soldi hanno costruito una casa più grande. Avevano applicato sul soffitto un altoparlante, in modo che la musica potesse sgorgare come se venisse dal cielo. Ma tutto questo prima che John andasse a Hollywood, che mi è sembrato cambiarlo notevolmente. Sono sorpresa quando penso che mi era parso un carattere forte. Non avrei pensato che Hollywood potesse cambiare un uomo così radicalmente. Dopo il divorzio da Carol è andato all’Est.

Fry: E’ restata in contatto con il Carol?

Field: Mi chiamò una volta con un tono molto misterioso: mi disse che era molto emozionata perché stava per avere un bambino. Penso che fosse solo un pio desiderio; non ebbe mai figli. Questo successe prima del divorzio. Era stata alle Hawai e penso che si fosse intrigata in qualche strana faccenda, convincendosi alla fine che avrebbe potuto avere un bambino. Ma non era così. E quella fu l’ultima volta che sentii Carol. Avrei voluto sapere dov’era, perché realmente le volevo molto bene. Allora era una ragazza molto amabile e penso che il suo cuore sia stato infranto dagli eventi.

Fry: Era sempre contro i Puritani.

Field: Questo è ciò che questo libro dimostra, quello che ci ha dato. Ho sempre pensato che gli sarebbe piaciuto tornare; un po’ prima di andarsene, ci ha voluto lasciare un ricordo di sé. Disse che aveva trascorso ore molto felici a nostra casa. Non lo disse con spigliatezza; ma questo è ciò che voleva dire. Non era uso alle formalità. Aveva modi semplici e bruschi.

Fry: Ho sempre pensato che fosse uno scrittore impegnato ad insegnare qualcosa ai suoi lettori. Che cosa pensa dei suoi libri?

Field: Bene, penso che nessuno dei suoi libri abbia mai superato “The Grapes of Wrath”. Credo che il suo cuore sia tutto là dentro. Tutte le critiche che ho sentito su di lui da allora dicono che non ha scritto mai più un libro come quello.

Fry: Alcuni hanno ritenuto che scrivesse, in seguito, con un occhio sempre rivolto all’industria cinematografica.

Field: Molto probabile. È stato incoraggiato a farlo su possibile suggerimento dei suoi agenti e degli editori. Ma non posso rispondere su questo. È andato a Est molto presto. Erskine era troppo malato perché mi occupassi d’altro. Il colonnello Wood morì proprio in quel periodo, nel 1944 [ Traduz. mia].

 

Nota

1) Sara Hard Field, John Steinbeck, in Poet and suffragist, Regional oral History office, The Bancroft Library (University of California at Barkeley), With an introduction by Doroty Erskine, An interwiew conducted by Amalia R. Fry (1959-1963), 1974, pp. 567-570. Charles Erskine Scott Wood fu compagno di Sara Hard Field dal 1918 (p. XVII).

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.