Miller, “il Crogiolo” e il Maccartismo: Stati Uniti anni ’50


Il Crogiolo, by Arthur MillerNei primi anni ’50 Arthur Miller scrisse  “The Crucible” [“Il Crogiolo”] in cui sono tutto sommato abbastanza trasparenti i riferimenti  al senatore McCarthy e alla sua “crociata contro i comunisti”. Tuttavia, per comprendere a fondo il messaggio di Miller, è forse necessario inquadrare storicamente i fatti cui egli fece riferimento. Nell’Inghilterra del ’600 molte donne furono accusate di stregoneria, e in genere appartenevano  alle classi più povere, mentre i loro accusatori, per contrario, erano di condizione sociale più elevata. A Salem, però, successe l’esatto contrario, in quanto le frizioni sociali riguardarono gli abitanti di due regioni non solo distanti, ma anche abbastanza diverse tra loro. Gli accusatori vivevano nel settore occidentale del distretto di Salem, in una zona distante dal mare, mentre gli accusati, e coloro che presero le loro difese, abitavano sulla costa, avevano fiorenti contatti commerciali con la città, Salem Town, ed erano sicuramente più agiati rispetto agli abitanti dell’interno. Entrambi i gruppi menzionati discendevano da coloni calvinisti, che erano immigrati in Massachusetts verso il 1630, e che avevano tentato di dar vita a una “città di santi”, ovvero a una comunità estremamente devota e fedele alle leggi di Dio. Tuttavia, con lo scorrere del tempo, gli abitanti della costa si erano notevolmente arricchiti, suscitando rancori e odio degli abitanti, quasi tutti contadini, della parte occidentale, più legati alle antiche costumanze e che accusarono i “nuovi ricchi” di essere soltanto degli egoisti arricchiti e dei “falsi cristiani”.

In questa situazione, qualunque pastore svolgesse il suo ministero a Salem era in grave difficoltà, poiché era preso in mezzo tra le due comunità ostili, e non riusciva ad accontentare nessuno; per cui, in genere, i pastori se ne andavano ben presto, non riuscendo a gestire la situazione. Le cose cambiarono però quando a Salem arrivò un nuovo pastore, Samuel Parris, che tra l’altro, in un momento precedente della sua vita si era dato al commercio, ma senza successo, per cui egli nutriva nell’animo un fiero risentimento nei confronti dei mercanti e delle loro ricchezze. Quando egli arrivò a Salem, si schierò subito dalla parte dei contadini più legati alla tradizione, che avevano nostalgia per l’antico modo di vivere della loro comunità, e che vedevano messo in crisi tutti i valori dei Padri Fondatori, a causa dello stile di vita “satanico” dei ricchi ed egoisti mercanti della costa, colpevoli ai loro occhi di essere la causa prima della decadenza della comunità di Salem.

Nel febbraio del 1692 iniziò a Salem una vera e propria “caccia alle streghe”: circa venti persone furono giustiziate e quasi duecento condannate al carcere per stregoneria. Il punto nodale della questione sta in questo: che quasi tutte le persone indagate e giustiziate appartenevano al gruppo dei “ricchi” che abitavano sulla costa, accusati tutti di avere stipulato un patto con il diavolo. A proposito di ciò A. Miller, parlando dei vari personaggi del suo “Crucible”, ebbe a scrivere che, con la caccia alle streghe, vennero “sistemati molti conti privati” ed “esplosero i sospetti e l’invidia dell’infelice nei confronti di colui che erra felice”. In conclusione, ciò che avvenne a Salem fu una sorta di  “resa dei conti” tra due comunità di eguale origine,  ma molto diverse negli stili di vita.

Osserviamo che, nel momento in cui A. Miller scriveva “Il Crogiolo” (1952-1953) negli stati Uniti si viveva un momento molto difficile, caratterizzato da un notevole numero di processi ( spesso irregolari) contro tutti coloro che si supponeva simpatizzanti del comunismo. Osserviamo anche che, come era accaduto a Salem con la caccia alle streghe, proprio perché i funzionari incaricati di svolgere le indagini erano profondamente convinti di trovarsi in quegli anni di fronte a un complotto internazionale comunista, e che l’America fosse minacciata da una impressionante rete di spie sovietiche, arrivarono a mettere in atto metodi di indagine particolarmente lesivi delle libertà individuali. Gli accusati furono sottoposti a pressioni, materiali e psicologiche, molto pesanti, come quella, per esempio, dell’insistente richiesta (come nei processi alle streghe) di fare i nomi di altri comunisti: infatti, solo una denuncia chiara ed esplicita delle “spie” era ritenuto il segnale di un “reale pentimento” e di una effettiva disposizione degli imputati di collaborare con la giustizia. Il rifiuto di “fare nomi” era invece interpretato come una prova evidente di colpevolezza, e addirittura di assenza di “pentimento” degli imputati.

Miller, prendendo spunto da quella temperie storica, volle soprattutto evidenziare le prevaricazioni del potere politico che, sulla base di “prove non certe”, privò molti cittadini americani dei più elementari diritti civili e agì contro di essi con estremo rigore e brutalità, non lasciando così spazio a nessuna forma di “dissenso” sociale. In termini oggi molto in voga, potremmo dire che l’America di McCarty si mostrò sostanzialmente “fondamentalista”, piegando con le buone o con le cattive chiunque non si omologasse a certe convinzioni politiche. Qui sta, in senso più largo, il significato più profondo e anche “attuale” del “Crogiolo”: un aperto dissenso verso “tutti” quei governi che, in modo intransigente, non lasciano spazio ad altre interpretazioni del mondo e della vita.

Nota

Per la storia delle streghe di Salem, cfr. Paul Boyer-Sthephen Nissembaum, “La città indemoniata. Salem e le origini sociali di una caccia alle streghe”, Torino, Einaudi, 1986.

Per la citazione, cfr. A. Miller, “Act One, an Ouverture”, in  “The Crucible”, London, Penguin Twentieth Century Classics, 1968.

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.