Giuseppe Pontiggia e la ricerca dell’invisibile

Giuseppe Amoroso, recensendo Il giocatore invisibile di Pontiggia alla sua uscita nel 1978 (1), inquadrò benissimo i caratteri salienti dello scrittore, asserendo che

“ciò che interessa Pontiggia è soprattutto il lato segreto sotteso ad ogni apparenza, il rovescio della regola comune, quella lieve curvatura dell’oggettivo inseguito per essere di continuo perduto: e così 4egli trova il suo vero in negativo” (2).

Trovo particolarmente indovinata l’interpretazione secondo cui Pontiggia ricercherebbe “il lato segreto sotteso ad ogni apparenza, il rovescio della regola comune”: il concetto mi sembra vero non soltanto se riferito al narratore, ma anche al critico letterario, sempre alla costante ricerca dei lati meno ovvi degli autori di cui si interessava. E qui penso al suo saggio sull’Anonimo di Manzoni, in Manzoni europeo .

Nel Giocatore invisibile si narra la ricerca investigativa di un professore di filologia classica, uomo tutto d’un pezzo, il quale, di punto in bianco, si vede attaccato in un articolo di rivista, lui e il suo lavoro, da un misterioso quanto inafferrabile recensore. Il professore, anche se non vuole darlo troppo a vedere, rimane seriamente colpito da questo inopinato attacco contro la sua persona, e inizia un’opera capillare di investigazione per stanare l’ “invisibile nemico”. Il professore passa letteralmente al setaccio anche tutti i colleghi, i quali, però, sembrerebbero estranei al fattaccio.

Riuscirà l’eroe del nostro tempo a scoprire l’inafferrabile avversario? Non ve lo rivelo, ma posso invece dirvi che il professore, nella sua indefessa investigazione, incappa in altre “verità collaterali”, che lo riguardano molto da vicino, e che concorrono a dargli a una migliore conoscenza di sé e del mondo.

La sua ricerca ha dunque una sua validità in sé; e anche se alla fine non va a colpire il bersaglio, trova, lungo il cammino, risposte “altre” sulla vita e sulla realtà, che sono spesso cariche di imprevisti e di sorprese, specialmente per chi, sottolinea lo scrittore, “non se le aspetta”. Un collega, il professor Salutati, dopo avergli detto di aver saputo della sua controversia con l’ignoto recensore, e avergli fatto notare che la sua risposta sulla stessa rivista gli era parsa deboluccia, inizia un colloquio molto intrigante, sottolineando aspetti del di lui carattere ai quali egli non aveva mai seriamente pensato. Per esempio, a un certo punto, il discorso va a finire sulla “forza”:

“ Dunque – sospirò Salutati – Ti piacciono gli aggettivi … muscolari, tipo ‘forte’, ‘robusto’, ‘vigoroso’, ‘possente’…”.
“Certo, esclamò il professore, almeno fino a quando la forza sarà considerata un bene”.
“Sì, ma non bisogna esagerare, riprese Salutati, … La forza non è sempre detto che lo sia. Ci sono altri aspetti importanti della vita. E poi la forza è per metà debolezza. Guarda me”.
“Il professore lo guardò. ‘Io sono sopravvissuto alla malattia perché ho un fisico debole, e quindi abituato a lottare con quasi tutto. Altrimenti sarei stato schiacciato al primo colpo’”.

Il professore a poco a poco sembra giungere al pirandelliano “quando si comprende”. Il professor Salutati, dal canto suo, se ne accorge, e lo “incoraggia”:

“ Credimi, gli sussurra, sei migliorato”.

Insomma, per Pontiggia l’importante, nella vita, è “ri-cercare”, e “investigare”. Il professore non riuscì nell’intento di stanate il “colpevole”, ma aveva imparato, lungo le strade sinuose della vita, cose “strane e diverse”, di cui non aveva sospettato neppure l’esistenza.

Cercare significa dunque conoscere, e, infine, trovare:

Trovare, spiegava il Dizionario dell’ Abate Giovanni Romani di Casalmaggiore, “lat. Invenire, [è] dalla Crusca definito Pervenire a quello di cui si cerca, propriamente significa

Raggiungere le cose ignote” (4).

Una bella lezione di etimologia per un professore di filologia classica.

Note

1) G. Pontiggia, “Il giocatore invisibile”, in Opere, a cura di D. Marcheschi, Milano, Mondadori, 2004, I Meridiani, p. 350.
2) G. Amoroso, Narrativa italiana, 1975-1983: con vecchie e nuove varianti, Milano, Mursia, 1983, p. 104.
3) G. Pontiggia, “Manzoni e l’anonimo”, in Manzoni europeo, a cura di G. Pontiggia, Milano, Cariplo, 1985, p. 10 sgg.
4) Dizionario generale de’ sinonimi italiani. Compilato dall’ Abate Giovanni Romani di Casalmaggiore, Milano, Per Giovanni Silvestri, MDCCCXXVI [1826], pp. 395-396.

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.