I Cinesi e il mondo

Cina e Mondo

Uno degli aspetti più singolari che noi tutti possiamo esperire quotidianamente è la presenza massiccia di cinesi nelle società occidentali, non soltanto in quella italiana. A dire il vero, la cosa in sé è abbastanza curiosa, ma il “trend” non è un dato contemporaneo, ma ha radici storiche molto lontane. Secondo gli studi di P. Coppola, i Cinesi, come gli Indo-pakistani e gli Africani, ebbero la vocazione alla migrazione “volontaria” in tempi assai remoti.

Cinesi e Indo-pakistani si spostavano spesso e volentieri per via del fatto che le loro società erano eccessivamente popolate, e ciò li portava ad emigrare, e nel contempo ad accettare lavori estremamente duri e faticosi, come quelli nelle miniere, nella costruzione delle ferrovie o nelle piantagioni. I cinesi per di più avevano anche una notevole predisposizione alle attività commerciali. In genere comunque essi riuscivano a trovare lavoro nelle attività produttive più faticose, e spesso entravano in rotta di collisione con le popolazioni locali per via del fatto che si accontentavano di salari estremamente modesti. Pertanto, la “concorrenza cinese” ( di cui oggi tanto si discute) scatenava spesso conflitti con le popolazioni autoctone.

I Cinesi si spinsero fino in Malesia, dove trovarono lavoro nelle piantagioni, e dove, grazie alla loro capacità imprenditoriale e commerciale, riuscirono persino ad insediarsi fattivamente nell’industria dello stagno, di cui diventarono ben presto i protagonisti assoluti. I Cinesi riuscirono anche a stabilire una comunità di tutto rispetto in Malesia, né si può sottacere il fatto Singapore è diventata una città con una fortissima componente cinese.

A quanto ci è dato sapere, i Cinesi trovarono inoltre stabile dimora in Indonesia, nelle Filippine, in Africa orientale e nello Sri Lanka. Nel XIX secolo i Cinesi cominciarono a costituire forti comunità anche negli stati Uniti, dapprima nelle Hawaii e in California, e poi in tutto il paese. Per tutte queste ragioni, i Cinesi sono, dopo gli Europei, il popolo più “migrante” del mondo, e in certe realtà, storicamente, essi sono arrivati ai ferri corti con diverse componenti locali per le ragioni sopra dette, come in Malesia (1).

D’altra parte, il fatto è perfettamente comprensibile se si pensa che la popolazione malese era più che triplicata nel giro di circa cinquant’anni, con tutti i problemi che inevitabilmente ne seguirono: “Nella Federazione Malese dal 1911 al 1962 la popolazione è salita da 2.339.000 abitanti a 7.463.000; aumento determinato, fra l’altro, dal fatto che fino alla seconda Guerra Mondiale fu notevole l’immigrazione, alimentata soprattutto da Cinesi ed Indiani, attratti dalle possibilità di lavoro offerte nelle vaste piantagioni di caucciù e dalle ricche miniere di stagno” (2).

Note

1) P. Coppola, I Cinesi nel mondo, in Geogr. Nelle scuole, 1969, XIV, pp. 1-16.
2) Asia. Problemi demografici ed economici della Grande Malesia, in Bollettino della Società geografica italiana, Civelli, 1963, p. 519.

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.