Le fake news nell’età dei trapassi

Qualcuno gioca con le notizie, pretendendo, forse, di far cosa originale. Certo gli odierni, nonché abili  facitori di quelle che ormai corrono come fake news,  sarebbero sorpresi di sapere che essi  non posseggono l’imprimatur di tale tecnica informativa, già largamente in uso (e abuso) nel corso del Basso Impero,  dopo la catastrofe dell’Impero Romano.

 

“La tentazione di inventare fonti letterarie e documenti cresce quando la circolazione dei libri e in genere della informazione diminuisce”, scrisse dottamente Arnaldo Momigliano, il quale, proseguendo, aggiunse:

“Nel Basso Impero si ha una straordinaria mescolanza di raffinata erudizione ed ignoranza”.

Mentre, dunque, nel Basso Impero si hanno false news per scarsità di informazione, nel mondo attuale le fake news “funzionano” perché c’è troppa informazione; il “consumatore” è letteralmente sepolto sotto una valanga di news, per cui non sa più distinguere il grano dal loglio. Chiunque “spara” una notizia sa che, bene o male, un qualche effetto comunque lo produrrà. Questa tecnica, vecchia come il cucco, fu usata da par suo anche da Orson Welles, quando riuscì quasi a convincere gli americani che gli “aliens” erano ormai atterrati in America.

Nel caso delle odierne fake news siamo più o meno nella stessa situazione delle antiche false notizie da Basso Impero, che vennero propalate per ragioni che, secondo A. Momigliano, non sono poi così chiare, per cui non si capisce bene

 

“ se in queste falsificazioni ci sia un elemento di scherzo, di gioco, con regole accettate da entrambe le parti”.

E qui Momigliano riportava il caso di una fonte secondo la quale Cornelio Nepote avrebbe scritto una lettera a Sallustio Crispo per comunicargli la scoperta della Istoria di Darete Frigio “ipsius manu scriptam” ( scritta di sua propria mano).

Le fake news potrebbero quindi essere ricondotte all’ ilare invenzione di semplici individui in vena di “scherzi”? Ci credo poco. Anche il professor Momigliano, dopo aver accennato agli “scherzi”, rinviava al fatto che uno studioso tedesco, Karl-Heinz Tomberg, aveva  “seriamente” sottolineato di dover registrare per il Basso Impero un preoccupantissimo “crescendo di falsificazioni ambigue”.

E qui forse ci stiamo dentro anche noi.

Anche le moderne e attuali fake news sono ambigue nei loro obiettivi. Cosa  vogliono le fake news? Non voglio insultare l’intelligenza del lettore proponendogli “suggestioni” alle quali egli sa benissimo rispondere da solo. Vorrei  invece semplicemente registrare il fatto che il “contesto” sociale da Basso Impero, in cui le fake news trovarono terreno fertilissimo,  era in costante fibrillazione, e in uno stato di profonda corruzione dei governi e dei funzionari.

I tre grandi attori dell’epoca, Governo, Cristianesimo e Barbari, non si risparmiarono nel dare colpi bassi all’avversario. Cosicché abbiamo scrittori “pagani” (Eunapio, Zosimo) aspramente anti-cristiani; i cristiani, dal canto loro non risparmiarono critiche aspre ai “cattivi amministratori pagani”;  né mancarono  polemiche asperrime di cristiani e pagani contro i Barbari.

 

In questo tourbillon di “poteri emergenti” quali agirono nel Basso Impero, le fake news fecero il loro “gioco”, cercando di “deprimere” a qualsiasi costo l’avversario. A. Momigliano intitolò il suo saggio L’età del trapasso. Anche noi oggi viviamo una situazione simile a quella del Basso Impero, perché anche noi  viviamo in un’ età di trapasso, ossia in  un un’epoca storica in cui la turbolenza politica internazionale è così potente che le fake news trovano il terreno adatto per una loro altrettanto potente “esplosione”.

 

Nota

A. Momigliano, “L’età del trapasso fra storiografia antica e storiografia medievale (320-550 d.C.)”, in La storiografia altomedievale, 10-16 aprile 1969, Spoleto, 1970, pp. 89-118.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.