Sherlock Holmes e la prova del cappello

Nel racconto The Blue Carbuncle Sherlock Holmes entra in possesso di un cappello. Sebbene Holmes non conosca il possessore del cappello, egli dimostra al dottor Watson con un argomento convincente che il possessore del cappello è un intellettuale. Watson rimane stupefatto e dice:

“Non ho dubbi sul fatto d’essere un po’ stupido, ma devo confessare che non riesco a seguirti. Ad esempio,  come hai fatto a dedurre che quest’uomo è un intellettuale?”.

“Per tutta risposta Holmes si mette il cappello in testa, che però gli scivola  dalla fronte al naso. ‘Si tratta di capacità cranica,’ afferma; ‘un uomo con una testa così grossa deve avere pur qualcosa dentro’”.

“Il tuo ragionamento è certamente plausibile”, dice ormai vinto e convinto il dottor Watson (The Blue Carbuncle. Traduz. mia. Il testo originale in nota).

Watson sembra dunque essere soddisfatto della risposta di Holmes, ma non sarebbe dovuto esserlo. In realtà Holmes non aveva fornito la prova certa e inconfutabile che il cappello potesse appartenere a un intellettuale. Egli aveva semplicemente concesso al dottor Watson un argomento convincente o “plausibile”, come dice lo stesso Watson. Un argomento convincente però non costituisce una prova:  è soltanto una deduzione logica accettabile, che però manca ancora dell’elemento fondamentale, ossia la prova, che dà la conferma della verità di un evento.

Da ciò se ne inferisce  che non dobbiamo accontentarci di argomenti “plausibili”, per quanto logici e ben strutturati essi siano, ma che richiederemo sempre e comunque le prove di qualsiasi asserzione. Soltanto quando avremo ottenuto la prova provata, accetteremo l’argomento per vero. In caso contrario, se non la otterremo,  rifiuteremo a cuor leggero la conclusione. Soltanto la prova dà dunque la certezza della verità assoluta di un fatto: se non la richiederemo, la possibilità di essere tratti in inganno è sempre molto alta.

 

La conclusione è di fondamentale importanza. Un argomento può dunque essere convincente, ma non sta scritto da nessuna parte che debba essere anche vero, a meno che esso non venga suffragato dalla prova. Sherlock Holmes è un eccezionale ragionatore, ma i tempi moderni richiedono molta circospezione, perché di pseudo-Sherlock Holmes ce ne sono anche troppi in giro per il mondo.

 

Qualcuno potrebbe eccepire: “Anche la tua argomentazione sembra convincente, ma chi mi dice che sia anche vera?”.

 

Beh, a ’sto punto, non mi resta altra prova da offrire che quella del mio cappello.

 

C’è qualcuno che vuol provare il mio cappello?

 

Note

The Adventures of Sherlock Holmes, by A. Conan Doyle,  London, George Newnes Limited, 1892, pp. 160-161:

“I have no doubt that I am very stupid, but I must confess that I am unable to follow you. For example, how did you deduce that this man was intellectual?”

“For answer Holmes clapped the hat upon his head. It came right over the forehead and settled upon the bridge of his nose. ‘It is a question of cubic capacity,’ said he; ‘a man with so large a brain must have something in it.’”

“Your reasoning is certainly plausible.”

 

Pubblicato da Enzo Sardellaro

Ho insegnato per molti anni letteratura e storia, e scrivo articoli e saggi relativi a questi settori.